29 giugno 2014
tutta la giornata, a
partire dalle 9.30
Badoere (Treviso) –
sedi varie
4 bande folkloristiche
trevigiane,
7 carrozze d'epoca,
un'ampia sfilata di
amici, in costume, di Carlo “Carletto” Durigon e celebrazione del
battesimo di suo nipote nella chiesa di Badoere.
E' l'happening
a cui KRIPTOSCOPIA invita tutti per festeggiare nell'arco di
un'intera giornata una figura di riferimento del folklore trevigiano:
Carletto dell'associazione “Amici dei cavai” di Paese (Treviso).
L'intera festa propone quanto Carletto stesso desidererebbe per il
suo funerale rispondendo in modo giocoso alla falsa notizia del suo
decesso, qualche anno fa:
“«Carletto del bar “Le
Ruote” è morto». La voce si è sparsa lunedì in paese, ma, per
fortuna, si trattava solo di una burla di cattivo gusto. «Io sto
bene - dice sorpreso il diretto interessato Carlo Durigon, che porta
in testa il suo inseparabile cilindro - si è trattato di uno
scherzo». La falsa notizia della scomparsa del proprietario della
famosa osteria «Le ruote» di Paese, in via Breda 56, ha destato
preoccupazione.
«Carletto dee rode» infatti è conosciutissimo non solo a Paese, ma anche in tutta la provincia. E’ il presidente degli «Amici dei cavai», associazione che organizza feste con carrozze d’epoca e cavalli, devolvendo sempre il ricavato in beneficenza. Il sessantenne Carlo Durigon ha iniziato a lavorare al bar della stazione dei treni di Treviso. Poi ha aperto l’osteria a Paese, diventata un luogo mitico, frequentato da diverse generazioni di trevigiani. Tutte le compagnie della Marca, almeno una volta nella vita, hanno fatto una festa nell’osteria dove si mangia museto, poenta, luganega e si bevono fiumi di vino. E’ uno di quei bar che Marco Paolini descriverebbe: «dove devi specificare se il caffè non lo vuoi corretto», altrimenti in automatico ti aggiungono un goccetto. Carletto, dopo lo choc della notizia che gira sulla sua morte, torna al suo noto buonumore. «Comunque ho già pronto il mio testamento - confessa - Quando morirò voglio un corteo con 60 cavai, tre putane e un cueaton, fiori destirai in strada, banda musicae. Magnar a crepapansa, bevar e parlar de cavai». E poi spiega: «Ho scelto questi personaggi per il mio funerale perché non voglio omaggi, la nostra vita deve essere criticata quanto valorizzata».”
Fonte: Tribuna di Treviso
del 23/02/2005
http://ricerca.gelocal.it/tribunatreviso/archivio/tribunatreviso/2005/02/23/TC6PO_TC605.html